Qualità in forte crescita
Sino a qualche decennio fa i rossi dell’isola venivano utilizzati per “tagliare” vini nazionali meno strutturati, poi, grazie soprattutto ad alcune cantine che hanno puntato sull’unicità dei vitigni locali e all’affinamento delle tecniche di vinificazione, è cominciata una rinascita del vino sardo.
Il 2015 è stato un anno di importanti e meritati riconoscimenti per molti produttori locali, e i sempre più numerosi vignaioli italiani e stranieri che puntano a produrre nell’isola, indicano che il percorso intrapreso è quello giusto.
Anche per i rossi e i rosati racconto vini e vitigni più noti, qualcuno di quelli che forse non conoscete benissimo e alcuni di quelli che vi piacerebbe scoprire.
Ad ogni vino associo una bottiglia, anche di rosato quando interessante, facile da trovare e dal prezzo accessibile.
Quelli che conoscete
Cannonau
Il nostro vitigno più famoso, vanta una storia antica ed è parente stretto del Grenache, forse ne è il padre. Forte come il territorio che lo produce, è rosso rubino con profumi di more e melograno, alcolico, secco e mai troppo tannico. Le zone di produzione più importanti sono Barbagia, Ogliastra e il Supramonte, dove a Oliena il Cannonau prende il nome di Nepente.
La bottiglia
Rosso: Nepente riserva – Gostolai. Perchè Antonino Arcadu ci mette cuore e tecnica.
Rosato: Eressia – Sedilesu. Perché non vi aspettereste un Cannonau così fresco.
Quelli che conoscete meno
Monica
Vino dalla piacevole semplicità, morbido con profumi di frutti rossi, facile da riconoscere per il retrogusto dolce senza risultare mai noioso. Si coltiva principalmente al sud.
La bottiglia: Perdera – Argiolas. Perché è il simbolo di eccellenza nella vinificazione: un vino “da tavola” reso importante e interessante.
Carignano
Personalmente il vitigno che preferisco in assoluto, il suo vino è importante e con un bouquet ricco e potente. Una vite miracolosa che cresce anche sulla sabbia, e per questo sopravvissuta alla filossera, ha la sua zona d’eccellenza nel Sulcis più profondo a sud ovest dell’isola.
La bottiglia
Rosso: Rocca Rubia – Cantina sociale di Santadi. Perché ha un profumo unico.
Rosato: Rosa Grande – Mesa. Perché è elegante sia il vino che l’etichetta.
Quelli che dovreste conoscere
Cagnulari
Vitigno prezioso, coltivato tra Alghero e Sassari principalmente nel comune di Usini, cresce su terreni argillosi. Rubino, oltre ai profumi di frutti rossi ha note speziate che ne fanno un vino interessante.
La Bottiglia: Cagnulari – Chessa. Perché c’è la passione di tutta una famiglia dietro a ogni singola bottiglia.
Muristellu
E’ l’antico Bovale sardo, che in purezza dà un vino secondo me un po’ spigoloso.
Io lo preferisco in uvaggio assieme alla Monica e al Cannonau a creare i vini del Mandrolisai, giardino di vigneti collinari al centro dell’Isola.
La bottiglia: Mandrolisai superiore – Cantina del Mandrolisai. Perché è un uvaggio superbo.
Nieddera
I cento ettari e poco più coltivati solo nell’oristanese, fanno un vino bello e raro. Piacevolmente tannico, si caratterizza per un alto contenuto di polifenoli. Io l’ho sempre detto che faceva bene 🙂 Tra i rosati è il mio preferito.
La bottiglia
Rosso: Spinarba – Orro. Perché Davide Orro difende l’agricoltura sana.
Rosato: Nieddera – Contini. Perché era il vino dei contadini della zona.
Nel prossimo post scopriamo i vini da dessert e meditazione, e anche qui c’è un mondo affascinante, ricco di sapori unici e storia millenaria.