Bene, abbiamo ideato e progettato nei minimi dettagli il nostro viaggio, che certamente funzionerà. Cosa ancora ci vuole per renderlo unico?
Il vero lusso è nell’unicità dell’esperienza.
Quello che trasforma un viaggio guidato in una esperienza indimenticabile è la reale conoscenza e l’amore per il territorio da parte di chi disegna e (possibilmente) guida il tour.
Conoscenza vuol dire non solo delle strade o delle località, ma dei paesi, delle persone che si incontrano e più in generale della cultura, quella vera e profonda e non solo quella “folkloristica”, del luogo.
Mi piace usare una metafora, un viaggio è un po’ come un film, dove gli ospiti sono gli attori principali, il luogo visitato con la sua gente e le sue tradizioni sono la location e la guida è il regista, che dosa i tempi e le emozioni.
Virtualmente un viaggio dovrebbe andare in crescendo, distribuendo quelli che ora vengono chiamati momenti “WOW” lungo tutta l’esperienza, riservando le sorprese più memorabili alla fine.
Il viaggio in bici (o un viaggio di turismo attivo) è per molti, ma non per tutti.
Agli ospiti di un tour cicloturistico è richiesto un atteggiamento “attivo”, pronto ad accettare la parte di avventura comunque inscindibile da questo tipo di esperienza.
E non mi riferisco alla semplice (ma necessaria) voglia di pedalare, perché ci sono tour facilissimi e altri estremamente impegnativi, ma alla capacità di “accettare” quanto capita in viaggio. Ad esempio nei cataloghi si vedono solo giornate di sole, ma può capitare che piova (incredibile!;), e se succede anche questa è un’esperienza da provare con allegria.
Può capitare di arrivare tardi in hotel, di avere problemi tecnici, di stancarsi più del previsto e innumerevoli altre situazioni non prevedibili. Ed è qui, è proprio in queste situazioni, che si celano spesso i momenti unici di un viaggio. Ma l’emozione è un sentimento che non può essere “indotto”, per cui, se scegliete una vacanza attiva, lasciate spazio all’imprevisto e gustatevi ogni emozione.