Che tipo di persona/ciclista sei?
Beh, in Ogliastra, terra di uomini e donne orgogliosi, si potrebbe dividere l’umanità che la abita, in tipi, facendoci aiutare da una metafora alimentare: i suoi formaggi (più di un paio, in questa terra piccola ma concentrata!).
Vediamo: ipotizzando sia un ciclista che giunge stanco per la lunga pedalata, potrai solo essere in grado di cascare privo di forze su un divano, ammattulàu. E quindi saresti buono solo per fare is pàrdulas (de casu, non di ricotta): sei su casu ‘e màttula (ma non prendertela, sei pur sempre superiore alla ricotta, che qui non si degnano nemmeno di considerare come ingrediente per dolci!).
Se invece sei oramai allenato alle salite di questa terra, che così tante ne contiene, puoi essere considerato a tutti gli effetti il pecorino ultra-stagionato per fare sa massa ‘e is culurgiònis (parte integrante e consistente nel 50 % dei ravioli ogliastrini, o giù di lì).
Nel caso – sfortunato, ma pur sempre possibile – tu sia tornato con una gomma forata, non ci vuole un genio a capire che saresti buono giusto come casu axèdu (assieme al pane-pistoccu, che ne stempera la forte acidità).
E il giorno che sarai in stato di grazia e passerai la giornata sui pedali a mettere pepe all’andatura di quella uscita con gli amici? Sarai casu ‘e fitta! Si mette nel minestrone. …dobbiamo dire altro?
Ah, sì…spiegare il significato delle parole in corsivo, magari!…
- ammattulàu: fiacco, privo di forze e inerte. Se guardate il formaggio che porta questo nome (casu de màttula, capirete subito perché!)
- pàrdulas: le formaggelle (in Ogliastra, di formaggio=de casu)
- massa de is culurgiònis: quanto contenuto dentro la sfoglia dei ravioli (culurgiònis, appunto), ovvero formaggio pecorino, patate, aglio tritato, olio extra-vergine d’oliva, sale e, a discrezione del cuoco, menta.
- casu axèdu: formaggio acidissimo. Si gusta al meglio abbinato ad una fetta di pane ogliastrino a sfoglia: su pistoccu.
- casu de fitta: formaggio salatissimo, duro e dal sapore molto forte. Si grattugia (non provate a tagliarne una fetta e a mangiarvela, potreste pentirvene) per insaporire una minestra o piatti che ne abbisognassero.